In Sicilia ogni momento è buono per gustare una buona granita: al mattino in spiaggia, dopo pranzo, per una pausa pomeridiana o un dopo cena. La tradizione locale però vuole che la granita sia protagonista indiscussa delle colazioni siciliane, trovando il suo connubio perfetto con la calda brioche con il tuppo.
Le origini della Granita
Tutto ebbe inizio nel periodo del dominio islamico intorno al IX-XI secolo, quando i siciliani scoprirono e adottarono il concetto di “sherbet” dagli Arabi, una bevanda dolce e ghiacciata a base di acqua e frutta, e la trasformarono nella granita come la conosciamo oggi.
Fu a partire dal Medioevo che, grazie alla figura dei nivaroli, si iniziò a produrre la granita. Questi si occupavano di raccogliere la neve sull’Etna, sui Peloritani, sugli Iblei e sui Nebrodi e la conservavano tutto l’anno in alcune grotte per trasportarla nelle località marittime. La neve dell’Etna ben custodita in apposite case neviere private veniva poi “grattata” e utilizzata per preparare sorbetti e gelati. Ecco perché la granita è anche conosciuta come “rattata”, cioè grattata. Con il passare del tempo si scoprì che la neve si poteva usare insieme al sale marino come espediente per refrigerare. La neve raccolta, così, passò da essere un ingrediente a diventare un refrigerante.
E tu, che gusto sei?
Ingredienti semplici sono quelli che compongono la granita, purché di stagione, freschi e a km zero. Insomma, l’effetto scioglievolezza in bocca è garantito in primis dalla qualità dei prodotti. Accanto alla classica granita al limone, cioccolato o caffè accompagnata rigorosamente da un ciuffo di panna, immancabili sono le varianti gustose alla mandorla d’Avola nel siracusano, al pistacchio di Bronte e ai gelsi neri nel catanese, al gelsomino a Messina e dintorni, e al fico d’india nelle Isole Eolie.
Tanto olio di gomito per un’opera d’arte
La preparazione della granita è un processo lento e laborioso che richiede grandi abilità artigianali. L’acqua, lo zucchero, la frutta e gli aromi vengono mescolati e successivamente collocati in un contenitore piatto all’interno di un congelatore. Durante il congelamento, la miscela viene delicatamente rimestata ogni 30-45 minuti per creare l’inconfondibile consistenza cristallina e granulosa. La granita infatti va mangiata con il cucchiaino, non bevuta. Ormai icona distintiva della Sicilia, viene celebrata ogni anno dal Festival Nivarata organizzato nella città di Acireale dal 2012.
Le 9 location migliori dove gustare la granita
La granita siciliana non è solo arte per chi la prepara, ma è soprattutto un rituale lento per chi la assapora. I numerosi bar e gelaterie dell’isola fanno quasi a gara per proporre le loro varianti con tradizioni proprie che rendono inimitabile il sapore di ogni gusto, presentando un’offerta unica.
Tra i migliori posti in provincia di Catania dove assaggiare la granita vi consigliamo:
- Bar la Timpa – Santa Maria La Scala
- Bar Musumeci – Randazzo
- Cliv – Canalicchio
- Bar Alecci – Gravina di Catania
- Caffè Solaire – Acitrezza
- Savia – Catania centro
- Terra2 – Canalicchio
- Caffè Cipriani – Acireale
- Bar Kennedy – Acireale