San Berillo

A pochi passi dalla vibrante e centrale via Etnea, si snoda, attraverso strette vie lo storico quartiere di San Berillo.

Fino a tutto l’ ‘800 era densamente abitato non solo da ceti popolari ma anche dalla borghesia, pieno di vita, di botteghe e piccole fabbriche.

Nel 1904 gli scavi archeologici in piazza Stesicoro diretti da Filadelfo Fichera rappresentano un primo accenno di programma archeologico, edilizio e sanitario per San Berillo con l’idea di collegare il quartiere alla stazione. L’impulso commerciale dello zolfo indirizza i notabili catanesi verso l’ipotesi dello sventramento: scopi principali sono l’afflusso e il deflusso dalle stazioni, la circolazione di aria e di luce, abbattere i vicoli infetti (nel 1911 un’epidemia di colera fa molti morti) e isolare i grandi edifici e i monumenti.

Dopo l’operazione di sventramento del quartiere (non portata pienamente a termine) avvenuta a partire dal 1957, San Berillo si presenta assai fatiscente con antichi palazzi nobiliari ormai in rovina. Per i catanesi è il quartiere a luci rosse.

Con i crolli avvenuti nel 2015 le porte degli edifici sono state murate per impedire nuove occupazioni da parte di delinquenti, senza tetto e prostitute.

Inoltre è stato realizzato un intervento di arte urbana in accordo con il comune di Catania e l’Accademia di Belle Arti.

Dopo l’intervento artistico, San Berillo si presenta con un nuovo volto con nuovi locali, grazie all’investimento di giovani imprenditori, diventando così ritrovo della movida catanese e attirando la curiosità di turisti che godono di questa bellezza ritrovata.