Avete mai fatto tappa sull’isola Lachea?
Se la risposta è “no”, allora è arrivato il momento di fare tappa sull’isola perché vi siete persi un piccolo angolo di paradiso proprio nel cuore del paesino di pescatori, dove lo scrittore siciliano Giovanni Verga, ambientò il suo romanzo più famoso: “I Malavoglia”.
Per visitare l’isola infatti, occorre partire da Acitrezza, dove poco distante da qui sorge l’Arcipelago dei Ciclopi composto dal Faraglione grande, dal Faraglione piccolo, da altri quattro scogli circostanti e dall’isola Lachea per l’appunto.
Ad accompagnarvi, troverete le barchette di alcuni pescatori che partono dal piccolo molo del porticciolo: se siete fortunati trascorrete circa 5 minuti del viaggio tra poesie e canti decantati dal barcaiolo, circondati dalla bellezza del paesaggio.
Dovete sapere che nel 1998 è stata istituita la Riserva naturale integrale dell’Isola Lachea e dell’Arcipelago con l’intendo di preservare e tutelare sia la vegetazione algale che la fauna, di cui fa parte la lucertola endemica Podarcis sicula ciclopica. Ma tra la fauna possiamo annoverare anche numerosi invertebrati fra cui Coleotteri, Imenotteri, Isopodi, Diplopodi, Collemboli, Lepidotteri ed Ortotteri.
Sulla parte sommitale si trova il Museo della Stazione Studi sul Mare dell’Isola Lachea al cui interno è possibile ammirare una ricca fauna marina e terrestre, un’avifauna, un erbario e anche una ricca collezione di formazioni mineralogiche e geologiche, e reperti archeologici.
Ma ciò che rende ancora più affascinante quest’isola vulcanica, è la leggenda legata alle sue origini.
Se per la scienza l’origine dell’isola è legata alle prime eruzioni sottomarine nel Golfo di Acitrezza, che ebbero luogo circa 500.000 anni fa, la leggenda racconta tutt’altra storia, ossia che l’intero Arcipelago ebbe vita dall’ira funesta del Ciclope Polifemo il quale, arrabbiatosi con Ulisse che l’aveva accecato per fuggire dalla sua grotta, inizia a scagliargli delle pietre gettandole in mare e posizionandole involontariamente dove si trovano esattamente oggi.
La bellezza del sito è stata esaltata anche dal già citato Verga all’interno della sua opera maggiore, dove con le sole parole è riuscito a descrivere uno scenario incantevole. Stesso scenario che molti anni dopo, esattamente nel 1948, fu scelto dallo stesso Luchino Visconti nella sua pellicola “La terra trema”, premiata durante il Festival di Venezia.
Non è quindi difficile immaginare come quest’isola venga considerata come un piccolo gioiellino che affascina i turisti e la gente del luogo: lasciatevi quindi incantare anche voi dall’atmosfera del posto.
Costume, pinne e maschera sono d’obbligo per ammirarne il fondale!